I centri di distribuzione degli aiuti a Gaza si trasformano in trappole di morte collettiva

In una scena tragica che si ripete quotidianamente, i centri di distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza — gestiti spesso da società americane — si stanno trasformando in luoghi di sterminio di massa. Il cittadino, sfinito dalla fame, si reca in questi centri nella speranza di tornare dai suoi figli con un pacco alimentare o un sacco di farina, ma spesso vi trova la morte o finisce fatto a pezzi dai proiettili dell’esercito di occupazione israeliano.

L’esercito israeliano continua a esercitare pratiche sadiche contro civili disarmati, nell’ambito di una politica sistematica di genocidio e fame forzata. Oggi si è consumato un nuovo massacro, che ha provocato decine di martiri e feriti, rendendo questo uno dei giorni più sanguinosi dall’inizio della guerra.

Facciamo appello al mondo libero — alle sue istituzioni, organizzazioni e popoli — affinché si assuma le proprie responsabilità umanitarie e morali, e agisca immediatamente per:

  • Fermare l’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza
  • Garantire l’ingresso immediato degli aiuti umanitari bloccati ai cancelli del valico di Rafah
  • Fornire protezione ai civili e ai centri di distribuzione alimentare
  • Porre fine alla guerra della fame sistematica condotta contro oltre due milioni di persone

Dopo venti mesi di guerra genocida ininterrotta, il silenzio internazionale è diventato complice del crimine. È giunto il momento di un’azione concreta che salvi ciò che resta delle vite innocenti.

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